Pesce, comportamenti di consumo e acquisto in casa e fuori

Secondo il report “Il mercato ittico della UE – 2020” pubblicato dall’Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (EUMOFA), dal 2018 al 2019, le famiglie di tutti i paesi dell’UE hanno speso di più per l’acquisto di prodotti della pesca e dell’acquacoltura. L’Italia, che ha registrato un incremento del 2% nel periodo, è sempre stata lo Stato Membro con il livello di spesa totale più elevato, ma rispetto ai consumi di carne la spesa per prodotti della pesca e dell’acquacoltura è stata comunque tre volte inferiore.

Il consumo di prodotti della pesca e dell’acquacoltura freschi delle famiglie in Italia dal 2018 al 2019 è aumentato del 2% sia in volume che in valore: quest’ultimo ha raggiunto un picco quinquennale di 3,21 milioni di euro per 319.488 tonnellate.

Secondo il report “Il mercato ittico della UE – 2020” pubblicato dall’Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (EUMOFA), dal 2018 al 2019, le famiglie di tutti i paesi dell’UE hanno speso di più per l’acquisto di prodotti della pesca e dell’acquacoltura. L’Italia è sempre stata lo Stato Membro con il livello di spesa totale più elevato, ma rispetto ai consumi di carne la spesa per prodotti della pesca e dell’acquacoltura è stata comunque tre volte inferiore.

Il consumo di prodotti della pesca e dell’acquacoltura freschi delle famiglie in Italia dal 2018 al 2019 è aumentato del 2% sia in volume che in valore: quest’ultimo ha raggiunto un picco quinquennale di 3,21 milioni di euro per 319.488 tonnellate. Il consumo delle due specie fresche più popolari, ossia l’orata e la cozza, è aumentato leggermente dal 2018 al 2019: tuttavia, per l’orata, tale incremento ha portato ad un picco quinquennale, e ha determinato una riduzione del 3% del prezzo (passato da 9,56 EUR/kg a 9,23 EUR/kg). Il consumo di salmone è cresciuto del 5%, raggiungendo un massimo quinquennale sia in termini di volume che di prezzo (14,92 EUR/kg, +2% rispetto al 2018). Il consumo di acciuga è diminuito (-3%), fino a toccare il livello più basso degli ultimi cinque anni, a causa di un rincaro del 3% (da 6,17 EUR/kg a 6,39 EUR/kg). Per la spigola si sono registrate diminuzioni del 4% sia nel volume che nel prezzo, quest’ultimo sceso da 9,95 EUR/kg a 9,55 EUR/kg. Meritano di essere citati anche il calamaro e il polpo, che sono tra le cinque specie di valore commerciale più elevato consumate in Italia. Entrambi hanno visto un aumento dei  consumi e dei prezzi tra 2018 e 2019, che hanno determinato un incremento significativo del valore complessivo, cresciuto del 12% (per i calamari) e del 31% (per i polpi).

In Italia, così come in altri Paesi presi in esame, il commercio al dettaglio è il canale di vendita principale per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura non trasformati.

Nell’UE, il consumo extra-domestico nei servizi di ristorazione di prodotti ittici trasformati ha raggiunto 734.800 tonnellate nel 2019, il livello più alto da oltre dieci anni.

Essa è maggiore nel Regno Unito, come conferma lo studio “EU consumer habits regarding fisheries and aquaculture products” realizzato da Eurobarometro nel 2018/19: dallo studio emerge che il 45% dei consumatori britannici consuma prodotti della pesca e dell’acquacoltura fuori casa almeno una volta al mese, mentre in Italia e in Francia, ad esempio, questa percentuale raggiunge rispettivamente il 35% e il 37%.

Per approfondire
Il mercato ittico della UE – edizione 2020