Cooperazione ed educazione, l’importanza di valorizzare le fragilità

23.11.2021


La cooperazione non è un qualsiasi strumento economico o un modo vantaggioso di fare impresa. È qualcosa di quasi “magico”, perché si tratta di uno strumento che realizza direttamente l’idea di solidarietà che sta alla base della nostra Costituzione. È la riflessione di Gherardo Colombo, ex magistrato e Presidente Nazionale di Ue.Coop intervenuto ieri pomeriggio al Festival dell’educazione 2021, organizzato dalla Cooperativa Sociale LaBanda di Busto Arsizio (Va), nostra associata.
Il modello cooperativo si distingue dalla semplice mutualità interna, come ad esempio quella degli eserciti, perché è per sua vocazione aperta verso l’esterno e non conosce il concetto di nemico. Per questo si distingue anche dalla competizione, che invece porta alla divisione in fronti opposti e a comportamenti ostili. Il senso della cooperazione sta nel non lasciare indietro nessuno e da questo discende la sua naturale propensione a occuparsi delle fragilità, del disagio, nel riconoscimento della dignità di ogni individuo, in un costante esercizio di inclusione umana e sociale
La forza della cooperazione sta proprio nel proporre comportamenti virtuosi che valorizzano concretamente le persone e le loro interazioni, dimostrando come sia possibile arrivare a un miglioramento dello stare insieme. E non solo in teoria, ma con i fatti, nel vissuto quotidiano. Se non è solo un singolo, ma è una intera comunità a seguire un percorso, diventa esempio e può iniziare realmente il cambiamento.

Questa riflessione si è legata idealmente all’incontro della mattina – moderato da Paola Pozzi, Coordinatrice Regionale Lombardia di Ue.Coop – che ha raccolto da varie parti d’Italia le testimonianze delle cooperative nostre associate impegnate nel turismo educativo. Realtà diverse da territori diversi hanno condiviso tramite piattaforma digitale le proprie esperienze a partire dal momento più critico della pandemia, che ha visto crescere il disagio soprattutto dei più giovani, in un’età in cui si strutturano con fatica le interazioni tra coetanei e con il mondo adulto. Se è vero che il lockdown e i social media sono entrati a gamba tesa nei processi di socializzazione dei ragazzi, le cooperative si sono impegnate per offrire attività di segno completamente opposto, a contatto con la natura e con i luoghi d’arte e perfino con i contesti urbani più noti, rivivendoli in chiave fattiva e propositiva.
Il ruolo pedagogico delle cooperative può arrivare infatti a coinvolgere anche le famiglie, a supportare concretamente gli insegnanti, a rafforzare il senso di appartenenza alle comunità che porta al rispetto dei luoghi, delle tradizioni, delle persone. Fare turismo non significa infatti “perder tempo” lontano da casa, ma scoprire, condividere conoscenze, tornare più ricchi di quando si è partiti. In altre parole, acquisire consapevolezza per diventare persone e cittadini migliori.